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sabato 9 maggio 2009

“Ciao Italia”,

archiviato il decimo Congresso dei ristoratori italiani nel mondo.



Polemiche, proteste, fischi ma alla fine anche visi soddisfatti per le promesse ricevute dal Governo e dalla regione Puglia

E' passata la proposta di creare un marchio di riconoscimento

per i ristoranti italiani all'estero



di Donato Troiano

Bari 18 aprile 2009.
Si è conclusa oggi la decima Convention di Ciao Italia, l'associazione che riunisce oltre tremila ristoratori italiani di tutto il mondo.




L'associazione di Chef, presieduta da Bartolo Ciccardini, ha dato vita ad una kermesse importante ma anche movimentata: all'inizio proteste e fischi verso i rappresentanti del governo per la loro latitanza, poi alla fine scoppia la pace con il sottosegretario alle Politiche agricole e alimentari Antonio Bonfiglio che promette un protocollo d'intesa tra Ciao Italia e le istituzioni per trasformare i loro ristoranti in una rete organizzata di promozione dei prodotti italiani all'estero.



Il sottosegretario Buonfiglio, ha infatti anche annunciato la “creazione di un marchio volontario dei ristoranti italiani all'estero”. Il marchio dovrebbe essere quello proposto anni fa da Buonitalia: una forchetta stilizzata sul tricolore che servirà a identificare il vero ristorante italiano nel Mondo.




“Un atto politico importante – ha commentato il presidente di Ciao Italia Bartolo Ciccardini – per il quale la nostra associazione si è sempre battuta ed oggi non possiamo che essere riconoscenti dell'impegno preso dal ministero delle Politiche agricole e alimentari qui a Bari”.




Anche l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Massimo Ostillio, forte dei risultati positivi raggiunti dalla Puglia nel settore turismo (nel 2008 c'è stato un incremento del 7%, migliore performance di settore a livello nazionale), ha proposto a Ciao Italia un patto con il marchio “Ciao Puglia” che dovrebbe servire anche per la promozione turistica della Regione Puglia nel Mondo.



Tutti contenti quindi gli oltre duecento chef presenti alla Convention per i risultati ottenuti, o meglio per le promesse arrivate dai rappresentanti del governo e della regione Puglia. La parola d'ordine di tutta la Convention è stata quella di “fare sistema” tra i cuochi e le istituzioni e l'obiettivo sembra essere stato raggiunto.



Non sono mancate però le polemiche.



Le proteste.

Tony Anello ristoratore italiano a Stoccolma da 44 anni, ha vivacemente protestato per l'assenza di rappresentanti delle istituzioni, in particolare quelli di governo (Raffaele Fitto, Ministro per i Rapporti con le Regioni e Adolfo Urso, Sottosegretario allo Sviluppo Economico con Delega al Commercio Internazionale non si sono fatti vivi) che pure avevano assicurato la loro partecipazione.



“Ero venuto a Bari per presentare lo stato della ristorazione italiana in Europa alle istituzioni – ci ha detto Anello- ma dopo i saluti i rappresentati politici sono andati via. Altri non sono venuti affatto eppure Ciao Italia rappresenta l'Italia all'estero più dell'Ice. Sono stato tentato di prendere un aereo per tornare a Stoccolma. Si parla tanto del Made in Italy - ha aggiunto Anello - ma tra poco quello che abbiamo creato lo perdiamo. Ci si preoccupa della contraffazione, delle false borsette. Ma ciò che hanno prodotto i ristoratori a livello internazionale sembra non interessare nessuno”.



Tra i temi trattati nella convention di Bari, la distribuzione delle materie prime, i prodotti tipici locali che all'estero arrivano con costi triplicati, la formazione e il “sistema cultura” possibile anche attraverso i menu italiani tramandati nel tempo da generazione in generazione.




Molti ristoratori si sono soffermati sulle difficoltà delle importazioni di materie prime, la mancanza di chef italiani all'estero e la necessità di creare una rete di distribuzione meno burocratica.



Particolarmente pungente su questi temi l'intervento di Emanuele Esposito, chef di “Ciao Italia” in Arabia Saudita: “In Arabia Saudita la ristorazione italiana non sta attraversano un periodo facile. Basti pensare che in una città come Jedda di 4 milioni di abitanti ci sono solo tre ristoranti italiani e oltre tremila Mc Donald’s”.

Il problema maggiore è legato alle difficoltà di importazione: “Posso far entrare il Parmigiano Reggiano solo sottobanco e pagandolo il triplo – ha lamentato Esposito – perché l’Italia non ha la certificazione per esportare in Arabia. Occorre un intervento immediatato del governo. I politici non devono limitarsi a venire a mangiare nei nostri ristoranti all’estero, ma devono fare qualcosa di concreto per noi”.




Nella mattinata di mercoledì sono stati portati i saluti ai congressisti da parte dei presidenti della Regione Puglia, Nichi Vendola, della Provincia di Bari, Vincenzo Divella, del presidente del consiglio regionale pugliese Pietro Pepe e dell'assessore all'Innovazione del Comune di Bari Antonella Rinella. Dal palco della convention il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, ha anche lanciato la proposta di realizzare un “Festival del crudo”, una specie di gemellaggio tra la cucina pugliese e quella giapponese.



Vogliamo infine citare tra le tante polemiche anche quella scoppiata a Lecce nel Chiostro dei Domenicani. E' stato fatto saltare dalla rivolta di molti ristoratori il primo tavolo di confronto in programma sul tema "L'intangibile asset Italia...da innovare" coordinata da Michela Bondardo, fondatrice "Premio impresa e cultura".



Il format si prometteva di proporre ai ristoratori degli esempi di business vincenti attraverso la proiezione di filmati focalizzati su 3 ristoranti italiani di successo.

Tra questi ristoranti anche la Salumeria Rosi di New York inaugurata con grande successo, qualche mese fa dallo chef Cesare Casella.

Una contestazione inspiegabile perchè la scelta del format era stata fatta dagli stessi organizzatori della Convention e, forse, a loro dovevano rivolgersi i dissenzienti...e non alla incolpevole Bondardo!.



Un episodio questo circoscritto ma un siparietto certamente poco edificante all'interno di una Convention che ha dibattuto con serietà i problemi veri che si trovano a dover affrontare i ristoratori italiani che lavorano all'estero.




Prossimamente, oltre a pubblicare una intervista esclusiva al Presidente di Ciao Italia, Bartolo Ciccardini, racconteremo più diffusamente le proposte e gli eventi più significativi di queste quattro giornate trascorse a Bari e a Lecce da parte dei congressisti di Ciao Italia e gli incontri avuti con Mastro Dante Renzini nella Cantina Museo Albea di Alberobello (www.albeavini.com) e con tanti altri.

Senza dimenticare i prodotti pugliesi, dalla pasta Divella a quella dei Molini Tandoi (www.tandoi.it) che produce la pasta Ambra di Puglia dal 1889 che hanno allietato il palato dei congressisti.




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